Dunque: Eccoci, si parte!
Che cosa vogliamo fare a Lecco nei prossimi 5 o 10 anni?
Le TRE ERRE
Ri-conoscersi
Lecco è una città in continuo movimento e ha bisogno di ri-trovare se stessa, in maniera viva e nuova, in luoghi, valori, persone.
Luoghi simbolo della città, come il Campanile, il Resegone, e luoghi per ri-generare un tessuto urbano vivibile, sostenibile, percorribile, attraversabile, con i Rioni come Anima della città.
Valori tipici della lecchesità, come l’operosità, l’aggregazione, la capacità di innovare, che oggi cambiano e si rafforzano in una città in continuo cambiamento e interconnessa con i paesi limitrofi e Milano.
Persone come i lecchesi per nascita, ma anche e soprattutto i lecchesi per scelta, che oggi sono anche stranieri che arricchiscono il tessuto sociale.
Reti
Lecco non basta a Lecco e crescerà se sarà capace di inserirsi in flussi più ampi. In reti di trasporti, ferroviari e stradali, per potenziare e rendere efficienti i collegamenti con Milano, Bergamo, la Valtellina. E in reti territoriali, come Capoluogo di provincia che si mette al servizio e collabora con i comuni minori.
In reti di conoscenza, come il Politenico, un’eccellenza mondiale che è per la nostra città la vera Fabbrica del futuro. E in reti culturali, con strutture adeguate per ospitare concerti, eventi, festival, e accogliere l’eccellenza in città.
In reti sociali, in una logica di sussidiarietà reale una rete di soggetti pubblici e privati, scuole, associazioni, che tengono unito e vivo il tessuto connettivo della città.
Ritmo
Ovvero del Sindaco, di dettare la cadenza e la priorità con cui si faranno le cose.
Ci sono temi su cui bisogna andare spediti perché è il tempo dell’attuazione tecnica, come il Bione, il Teatro, l’Ostello, il Porticciolo.
Su altri temi serve invece un passo più cadenzato, perché sono temi di lunga portata con un percorso di 10 anni. Come il Lungo Lago, la Piccola, i Piani d’Erna: le tre vecchie e nuove piattaforme di Lecco, che sono “piattaforme versatili”, funzionali, intelligente, infrastrutturate, connesse.
E poi c’è il ritmo che si sceglie di avere come cittadinanza, il ritmo degli ultimi, di chi ha bisogno. Scegliere di stare anche al ritmo dell’ultimo perché non si senta solo è ciò che fa nobile una città.
Chiedo ai lecchesi il coraggio di crederci. Il coraggio di credere che insieme possiamo percorrere questo viaggio.
Come scriveva Nelson Mandela, “Il coraggio non è mancanza di paura,
ma la consapevolezza che raggiungere la meta, è più importante della paura stessa!”
Ecco, per questo noi ci siamo!