di Mauro Gattinoni, Candidato sindaco Coalizione centro-sinistra
L’editoriale del Giornale di Lecco della scorsa settimana, in questo periodo difficile, è suonato come l’invito a ritrovare proprio nella politica vera, nel dibattito pubblico locale, visione e forza per ripartire. Un invito che, per chi si candida a guidare la città di Lecco, si tramuta subito nel dovere di offrire un proprio contributo. Mi permetto quindi di proporre alcune riflessioni, correndo il rischio che, proprio mentre scrivo, la tempesta in corso ne potrà rivoltare se non il significato generale, forse le priorità.
In una prima fase emergenziale occorrerà far fronte con ogni mezzo alla mitigazione dell’impatto sociale su famiglie e lavoratori più vulnerabili: ciò dovrà avvenire (e in parete sta già avvenendo) con l’integrazione tra risorse pubbliche e la generosità di privati e associazioni. Parallelamente, l’indispensabile sostegno alle imprese, ottenuto componendo gli effetti delle macro misure governative ed europee, potrebbe permettere anche alle amministrazioni locali di disporre di nuove risorse e di strumenti giuridici in grado di far ripartire degli interventi locali, sia di media sia di modesta entità, in maniera tale da attivare subito lavoro e fornire liquidità immediata. E in cambio ne otterremmo ad esempio: strade in ordine, scuole sicure e belle, un municipio nuovo, un lungolago e magari anche un centro sportivo degni di questo nome.
Mentre si farà fronte all’emergenza, occorrerà però aver predisposto anche un piano di medio-lungo periodo per lo sviluppo di questo territorio. Esso si baserà su due componenti: la cultura e le reti.
Cultura, intesa nel suo più profondo senso antropologico, valoriale e spirituale, cioè quell’unione di sapere e saper fare che si tramuta in creatività. A Lecco, cultura è tanto l’industria quanto l’alpinismo; tanto il lavoro quanto la dotazione paesaggistica; tanto “Stoppani” quanto “Gerenzone” o il “misultìn”. Cultura a Lecco è una scuola in cui i bambini integreranno la didattica dei programmi ministeriali con una dimensione esperienziale aperta al territorio; in cui i ragazzi delle superiori avranno la possibilità di apprendere nozioni complementari in classe come in fabbrica; in cui i giovani del Politecnico troveranno nelle nostre piccole e medie aziende il terreno migliore dove far attecchire le proprie innovazioni, contribuendo ad attivarvi una nuova curva di sviluppo. Poi, certamente, cultura è anche arte: la città dovrà recuperare alla svelta quella dotazione minima di infrastrutture culturali (teatri, sale espositive, luoghi più o meno formali), incentivare proposte e produzioni culturali di qualità, e iniziare a sfruttare appieno la risorsa “Manzoni” anche come brand turistico e commerciale. Cultura è appartenenza che non teme l’apertura alle diversità.
L’altra componete sono le reti: Lecco deve inserirsi nei migliori e più efficienti circuiti nazionali ed internazionali diventandone un nodo caratteristico primario. Lecco non basta a Lecco, da soli non andiamo da nessuna parte: ci sono reti da cui se sei fuori sei morto. Mi riferisco alle reti infrastrutturali (strade, ferrovie, navigazione, connettività dati) alle reti economiche in cui si gioca la competizione tra sistemi territoriali, alle reti globali del turismo e della finanza, del sapere e della tecnologia. Massima attenzione, però, anche alle reti locali da tutelare: una sanità territoriale tutta di ricostruire; le reti di solidarietà e di prossimità per i più deboli; reti comunitarie e rionali; reti fisiche sostenibili per mobilità, energia e ambiente; anche l’associazionismo in tutte le sue forme deve “fare rete”, altrimenti soffocherà nel proprio particolare. Ultimo grave tema: le reti istituzionali, oggi completamente disallineate per geografia e competenze, talvolta fragili per poteri e dotazioni, troppo complesse per burocrazia e costi. In questo affastellamento di reti il comune capoluogo potrebbe essere chiamato, di necessità, a fungere da punto di riferimento nella misura in cui sarà capace di dialogo costante con gli altri comuni ed enti pubblici e privati, in uno scambio reciproco improntato alla sussidiarietà nel rispetto dei reciproci ruoli.
Cultura e Reti. Credo che investendo su questi due fattori Lecco punterà a diventare quella città sostenibile ed attrattiva che vuole tornare a crescere.
Lecco, 10 aprile 2020